Come scrivere un post sui social

Come si scrive un buon post sui social e quali sono gli elementi che non devono mancare?

1 Giugno 2020

Sappiamo che i social sono un mare magnum di contenuti, su Facebook c’è di tutto e sembra un minestrone di roba, ci sono fake news, insieme ad articoli super interessanti, ci sono le foto dei gattini e cagnolini (sì raga non si fermeranno mai), insieme a milioni di ricette di cucina, poi i meme e tutto il filone dei post ironici, ci sono le Bimbe di Conte, le Bimbe di Mattarella, le Bimbe di De Luca, ci sono le dirette e i quiz che ti rubano i dati. Instagram ancora si salva, ma le persone che lo usano sono sempre di più. Poi ci siamo noi, piccole aziende che con passo felpato lavoriamo per raggiungere quel piccolo gruppo di persone che potrebbero apprezzare quello che postiamo. Oppure no?

Da dove parto per scrivere un post?

Ormai vi sarete stancati di sentirmelo dire, sembra una banalità ma è qui che la maggior parte delle volte ci si arena. Si comincia dal pubblico! Se vuoi che qualcuno si accorga e interagisca con i tuoi post, la prima cosa da fare è pensarli e renderli pertinenti per il tuo target. Cosa vuol dire renderli pertinenti? Vuol dire che dietro ogni post c’è sempre una grande ricerca, per capire chi è questo benedetto target. Le domande che ricorrono sono: quali sono i suoi bisogni? Quali gli ostacoli o le sfide che deve affrontare? Parti da qui, scegliendo quelle che potrebbero essere le sua priorità e prova a creare una serie di post per dare una soluzione.

È importante che il post trasmetta un solo messaggio e che sia specifico, quindi ancora prima di scrivere chiediti: qual è la cosa che voglio dire più di tutte? Un messaggio = una soluzione.

L’esempio di Ikea: rispondere a un bisogno

Ikea sa che il suo target probabilmente ha bisogno di ottimizzare gli spazi di casa ma che spesso non sa come fare. Così l’azienda offre una soluzione e per farla conoscere pubblica questo post su Facebook. 
Come lo scrive? Analizziamolo, smontiamolo.

Le prime righe mettono in risalto il problema, subito dopo c’è la call to action, cioè la frase che dice a chi legge cosa deve fare dopo aver visto il post: cliccare sul link che rimanda al loro sito.

L’esempio di Pescaria: far sorridere

Non tutti i post vendono qualcosa, sui social soprattutto è utile creare post coinvolgenti che in qualche modo partono dall’esperienza del target che si identifica con quello che legge. Quando scriviamo un post dobbiamo sempre chiederci che sensazione vogliamo suscitare. In generale è buona norma mantenere un atteggiamento positivo e restare in sintonia con il pubblico.
Come fa in questo post Pescaria, un ristorante paninoteca molto particolare.

Pescaria prende un sentimento comune (il lunedì si inizia la settimana e di solito è una vera e propria sfida) e ci strappa un sorriso e un like (poi viene pure voglia di ordinarsi un panino).

L’esempio di Alce Nero: fai scoprire una cosa nuova, dai un’ispirazione

Alce Nero ci insegna a fare un risotto con peperoni gialli e burro di riso e immagino che con questo post stia parlando a un pubblico vegano o vegetariano che vuole creatività in cucina! Lo conoscevate voi il burro di riso? Io no, qui ci dice addirittura come possiamo usarlo, ed è un ottimo modo per raccontarcelo.

Dalla prima frase deduciamo che non è la prima volta che Alce Nero parla di una ricetta e c’è addirittura uno chef che la spiega. Ci dice quali ingredienti servono e ci fa vedere il risultato con una bellissima foto. Poi dice che se vogliamo farlo anche noi, lo chef nelle storie ci guiderà passo passo. Il post è sicuramente più lungo dei precedenti, ma c’è un motivo: Instagram al contrario di Facebook, non ci permette di inserire link diretti che possiamo cliccare dal post, quindi la didascalia serve anche a guidarci verso qualcos’altro: il video. La call to action è “vai a vedere il video nelle storie”. Chiaro no?

Il problema è che se io voglio cucinare un risotto gourmet ma non sono una cuoca provetta e sono vegana (e quindi mi dicono spesso che c’è meno fantasia in cucina), come faccio? La soluzione è un video tutorial e se lo guardo mi sentirò anche io un po’ chef.

Tornando al post, gli hashtag sono nella didascalia, come vedete non sono 50, ma 11 e riguardano il tema del post.

Cosa fa Alce Nero su Facebook? Fa la stessa cosa ma così: testo breve e troviamo subito link che ci rimanda al blog per la ricetta. Niente hashtag che tanto su Facebook non servono.

La foto è diversa, su Instagram è curata nei dettagli, luci, composizione e colori sono perfetti. Su Facebook la foto è più comune, è quella che chiunque di noi farebbe a un piatto di pasta venuto bene.

Occhio al tono di voce

Un altro post che funziona è quello che racconta il dietro le quinte o anticipa il lancio di un prodotto.

@Vivereapiedinudi crea gioielli artigianali e nei suoi post racconta una storia usando un tono di voce accogliente, avvolgente e leggero. Le parole rispecchiano questo mood personale ed è molto facile identificarsi per il target. Vediamo come è scritto.

Le prime due righe, che sono quelle che riusciamo a vedere per intero perché Facebook e Instagram non le nascondono e sono molto importanti. Vivereapiedinudi le usa per dare il messaggio principale, cioè che a breve ci sarà il lancio della sua collezione. Poi ci racconta qualcos’altro, generando curiosità. Ci parla di una collezione per la casa, ma di cosa si tratta? Ce lo dice subito dopo e poi ci racconta com’è nata in modo molto personale e semplice, dicendoci qualcosa di sé, ma anche qualcosa di noi. La call to action non è esplicita, ma viene voglia di metterle un cuore e soprattutto di continuare a seguirla fino al lancio!

Un post simile lo fa anche @Melissa_erboristeria sempre su Instagram. 

Nelle prime righe della descrizione presenta il prodotto, poi ci invita a scoprire il dietro le quinte nelle storie e solo alla fine ci dice il prezzo dei prodotti. Non solo ci vende qualcosa ma ci invita ad entrare nel suo mondo.

Ricapitolando, per scrivere un buon post serve:

– conoscere il target;

– dare un messaggio (non 3, non 4, non 5, uno);

– avere chiaro cosa deve fare il pubblico dopo aver letto il post;

– sapere come voglio che si senta chi legge;

– usare le prime due righe per dire la cosa principale;

– fare attenzione al tono di voce;

– usare bene le call to action;

– ricordarsi i link;

– guidare chi legge.

L’articolo è finito, grazie per essere passati di qua e avermi letta! Alla prossima 😉

Lavoriamo insieme!

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